
Dopo “non studio per non rovinare il mio talento naturale” l’altra frase da gastrite immediata è “No, oggi non ho scritto: non ero ispirato”.
*inserite qui urlo liberatorio di frustrazione*
PALLE FRUSTE, ok, scusate la delicatezza ma è il mio blog e mi ci sfogo.
Se vivete aspettando l’ispirazione, sapete come dice il detto: chi vive sperando…
Per risollevare un po’ il momento non esattamente aulico, scomoderò il signor Pablo Picasso. Sì, il pittore. O meglio, stando a quanto si legge online, non m’è riuscito di verificarne la fonte. Ma, a prescindere da chi l’abbia detta, questa frase è vera in due sensi: “L’ispirazione deve trovarvi al lavoro”.
Che significa: se vi viene un’idea per carità divina scrivetevela subito. Può essere anche una nota vocale sul telefono, una cosa al volo, perché se no poi vi passa di mente e vi dannate perché non ve lo ricordate più (se vi sembra una storia da esperienza diretta e personale, sì, lo è e mi brucia ancora).
Ma significa anche: se non vi mettete mai al lavoro, non vi verranno mai davvero idee.
Perché così, a tempo perso, possono venirvi ideuzze qua e là, pigri sussulti di una mente “creativa” (su “creatività” ci lavoreremo poi, promesso) ma, diciamolo fuori dai denti, nessuno scrittore (ma potrebbe essere musicista, pittore, ecc) si è mai svegliato la mattina con un’idea in testa, si è mai seduto a scrivere cominciando da “c’era una volta” finendo dritto dritto a “e vissero per sempre felici e contenti” in una seduta sola, senza mezza esitazione durante.
“Eh, ma ho il blocco dello scrittore”.
Parliamone.
Ma parliamone seriamente. Io identifico due tipi di blocco dello scrittore.
Avete presente quando un amico vi dice “non esco, sono depresso” e voi lo sapete che non sta facendo riferimento alla condizione clinica della depressione, ma sta esprimendo un generico e passeggero malessere?
Ecco, per il blocco dello scrittore c’è la stessa doppia accezione.
Significato comune, popolare e anche un po’ folkloristico: “non so che scrivere, non so come mandare avanti la storia, scusa perfetta per procrastinare e uscire per uno spritz”.
Significato profondo: un reale stato di depressione bloccante, causato dall’ansia di non rispettare una deadline o i termini di un contratto, dall’ansia di pensare di aver fatto delle promesse, creato delle aspettative e di conseguenza di deluderle, dall’ansia di essere in fondo in fondo incapace, un impostore e quindi autosabotarsi facendo avverare questa predizione.
Ci sono due soluzioni, per il significato profondo (anche in base a quanto sta inficiando la qualità della vostra vita) la soluzione è la terapia, l’analisi psicologica. E non sto scherzando, lo dico con cognizione di causa: l’analisi fa un gran bene!
Per il significato comune è: sedetevi a scrivere (o state in piedi, però scrivete).
“Ma come, ti dico che non mi riesce e tu mi dici di scrivere?” Sì.
Tutti i discorsi di studio, pratica eccetera… ecco, far diventare la scrittura un’abitudine sicuramente aiuta a prevenire il “Blocco dello scrittore”, ma se non l’ho prevenuto e ora ci son dentro?
Datevi una regola, un minimo di disciplina: ogni giorno, per cinque minuti (usate pure il timer da cucina) vi sedete a scrivere. Non mi interessa se scriverete per cinque minuti filati “banana banana banana banana”, prima o poi qualcosa si sblocca.
Anche solo la noia e la ripetitività di scrivere “banana banana banana” a una certa vi farà scrivere “ciliegia” e poi “oleandro” e “Vercingetorige” e poi qualcosa nel vostro cervello partirà per la tangente “Vercingetorige era il più scemo del villaggio, una volta aveva passato cinque settimane a cercare ciliegie su un albero, peccato che fosse salito su un oleandro”.
Porta avanti la vostra storia? Probabilmente no, ma sblocca il “muscolo creativo”.
Potete anche mettervi a scrivere a mano per cinque minuti, o a scrivere su word usando il font Papyrus per rendere tutto ancora più assurdo. Ma fatelo, sedetevi, aprite il file, iniziate a scrivere qualcosa e vedrete che i cinque minuti diventeranno dieci o trenta perché una volta iniziato a scrivere qualcosa, il resto seguirà.
L’ispirazione, come il talento, non è un’entità esoterica, una Musa che entra in casa vostra, vi bacia in fronte e via verso il prossimo artista da benedire. L’ispirazione viene facendo, ed è legata doppio filo alla “creatività” altra parola misticheggiante, di cui però parleremo (indovina indovinello?) la prossima volta.